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Maltrattare un animale sarà più grave: ecco cosa cambia con la nuova legge

Il 1° luglio 2025 entrerà in vigore una legge importante che rafforza in modo significativo la tutela degli animali nel nostro ordinamento penale.

Con pene più severe, nuovi reati e strumenti procedurali innovativi, la nuova normativa colma alcune lacune esistenti e fornisce una risposta concreta alla crescente sensibilità sociale nei confronti del benessere animale.

La legge n. 82/2025, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 16 giugno 2025, modifica profondamente il Titolo IX-bis del Codice Penale, che prende il nome di “Delitti contro gli animali”. Una scelta, questa, non solo simbolica ma anche sostanziale, in quanto afferma con forza che i maltrattamenti sugli animali non sono più reati “minori”, ma veri e propri delitti le cui pene vengono aumentate in modo deciso.

Così, ad esempio, chi uccide un animale per crudeltà rischia da 6 mesi a 3 anni di reclusione, e fino a 4 anni se la morte avviene con sevizie; per i maltrattamenti, la pena parte da 6 mesi fino a 2 anni, e si applicano sanzioni aggravate se l’animale muore o viene seviziato; viene, infine, punita con pene fino a 4 anni non solo l’organizzazione ma anche la partecipazione ai combattimenti tra animali.

La legge introduce, poi, aggravanti specifiche se i maltrattamenti avvengono alla presenza di minori, su più animali, o se le violenze vengono riprese e diffuse online; sono inoltre previste pene più severe anche per chi detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura.

Tra le novità più concrete, spicca la possibilità per i giudici di disporre, anche prima della fine del processo, l’affidamento definitivo dell’animale sequestrato ad associazioni animaliste, in modo così da garantire cure e tutela immediata.

Una svolta importante riguarda anche il D.lgs. 231/2001 relativo alla responsabilità degli enti che potranno essere ritenuti responsabili per reati contro gli animali commessi da propri soggetti apicali o sottoposti.

Numerose sono anche le novità che riguardano i proprietari di animali da affezione: viene introdotto il divieto, salvo eccezioni motivate, di tenere cani e altri animali d’affezione legati con catene; vengono irrigidite le regole sull’importazione illegale di cuccioli e animali da compagnia; per i reati contro la fauna selvatica protetta e gli habitat naturali vengono, infine, previste pene più severe.

Le modifiche apportate dalla legge appena pubblicata non rappresentano, tuttavia, solo un inasprimento delle pene, ma delineano un radicale cambio di mentalità, in quanto l’animale viene finalmente riconosciuto quale essere senziente, degno di una protezione autonoma e completa, la cui tutela diventa valore essenziale all’interno di una società moderna e civile.

 

 
 
 

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